Le
10 domande + 1 di Joìne.
Tra mazaresi e
mazzarisazzi.
Ivano
Asaro,blogger mazarese, da tempo partecipe e attento osservatore delle
dinamiche socio-politiche del territorio locale e nazionale, è senz’altro un
personaggio interessante da conoscere e seguire. Esiste un modo per sistemare
il cuoio dello Stivale italico, bucherellato dal vespaio desideroso sempre più
di denaro e potere, qual è la società contemporanea. Il calzolaio sa che la
pelle conciata si ripara con buoni valori e corrette informazioni, perché sa
che ci vuole costanza e che bisogna conoscere la tecnica giusta. Il punto è…
chi stabilisce il buono e il corretto? E chi ci trasmette la verità?
Chi
di voi non si è sentito almeno una volta confuso dalle notizie contrastanti, a
volte palesemente contraddittorie, dei telegiornali? La comunicazione dà potere
e confusione. Se vi sentite confusi, sappiate che non state dalla parte di chi
ha potere. Il che non è detto che sia un male.
Insomma
sto divagando per introdurvi un giovane studente di legge che tramite il suo
blog, “Canto Libero”, si è fatto promotore dell’iniziativa
“#Iostoconrinogiacalone”. Di seguito un link che potrà esservi utile per
ulteriori letture:
Adesso
interessiamoci. Ivano, dato che io sono molto confusa, spero che mi chiarirai
cosa sta accadendo, rispondi alle dieci domande e poi, una volta giunto alla
fatidica 11esima, raccontaci la tua idea.
1) Introduci la tua
biografia. A che età ti è stato chiaro cosa volevi diventare? Da quanto tempo coordini "Canto
Libero"?
Ciao Giuseppina,
ed un saluto a quanti avranno la voglia, e si spera il piacere, di leggere
questa intervista. Ho 24 anni, e manca poco al traguardo dei 25. Non è che ci
sia moltissimo da dire della mia biografia. Penso di avere ancora molto davanti
e quello che c'è fin qui stato è la base su cui edificare il futuro. Sono nato
a Mazara del Vallo (cosa che potremmo tra qualche anno definire un privilegio).
Ho sempre vissuto nella città del Satiro Danzante, anche prima che questa opera
bronzea venisse ripescata. Il mio percorso di studi è stato lineare, ho avuto
anche piccole soddisfazioni e grazie alla mia famiglia ho capito il valore
della conoscenza. Mi scuso se posso sembrare ipocrita o peggio banale, ma il
valore della cultura, come strumento e punto di forza, è un valore
imprescindibile che ho appreso dai miei genitori e che mi ha sempre guidato.
Dopo gli anni delle elementari, in cui grazie al corso di giornalismo condotto
da Liliana Pinta mi avvicinai alla scrittura, di cui conservo un felicissimo
ricordo, sono giunto alla “G. Boscarino”, scuola media inferiore che è forse il
mio vero punto di partenza. La “Boscarino”, così come la conoscono i mazaresi,
è una di quelle scuole di <<frontiera>>. Il tema dell'integrazione,
dell'abbandono scolastico, della povertà, sono arrivate in questo plesso 5 e 6
anni prima che in altri, almeno complessivamente. In questo contesto il sempre
alto contributo della mia famiglia e di un buon corpo docenti mi ha fatto
comprendere come la superficialità sia uno dei peggiori mali della nostra
società. Un ricordo caloroso di quegli anni ed un ringraziamento vanno
specialmente a due insegnanti: Antonio “Totò” Truglio, che ha anche ricoperto
incarichi politici nella nostra città, e la professoressa Lidia Valenti,
insegnante di quella materia indefinita, e perciò speciale, che è l'Antologia. Inoltre
sarebbe per me impossibile non guardare con nostalgia agli anni del giornalino
scolastico, di cui ero redattore, guidato dalla professoressa Nastasi. In
quegli anni, grazie anche a compagni che credevano in me, ho ricoperto
l'incarico, purtroppo allora solo simbolico, di baby consigliere comunale.
L'arrivo al liceo Scientifico “G.P. Ballatore” mi ha dato una grossa fetta
delle consapevolezze attuali. Insegnanti come Antonella Bianco, Amalia Marino,
Grazia Maria Ciulla sono colonne del mio attuale bagaglio di conoscenze, che mi
piace spesso citare quando devo parlare in pubblico. Il liceo “G.P. Ballatore”
è un posto particolare, e chi lo ha frequentato sa che, in quel contesto,
<<si cresce, si matura, si abbandona l'ingenuità>>. Per tutto questo
devo ringraziare docenti, anche non miei direttamente, con cui ho condiviso
bellissime esperienze come il progetto “Giovani e Politica”, tra gli altri
sicuramente Lina Tommaso e Paola Scontrino. Perché faccio tutti questi nomi vi
starete chiedendo? Giuseppina, siccome non devo candidarmi, e quindi non devo
farmi ben volere da nessuno, posso dirti, e dire ai lettori, che cito la gente
che ha concorso a farmi diventare quello che sono perché semplicemente è la
verità. Sono quello che racconto, oltre che per la mia famiglia per queste
persone che a modo loro mi hanno trasmesso ed insegnato qualcosa. Finito il
liceo la scelta della facoltà è stata una delle più travagliate della mia vita,
almeno relativamente ai primi 19 anni della mia vita. In realtà il dubbio non è
mai stato tra Giurisprudenza od altro, piuttosto se ero pronto, in grado, forte
abbastanza per abbracciare questa sfida. Alla fine mi decisi per il sì.
Studiare Giurisprudenza, magari lo stesso vale per le altre facoltà, significa
in ogni pagina vedere qualcosa che non va nel tuo presente, nel tuo
circostante. Studiare legge ti pone il problema della mancanza di legalità. Da
questo spunto e dalla passione politica
è nato un Blog (Sosta Vietata – Mazara Del Vallo). Quest'esperienza condotta
per più di un biennio, insieme ad altri amici, ha permesso di fare diventare
concrete battaglie ed idee che mi e ci giravano nella testa. Sosta Vietata si è
interessata fattivamente del deperimento della spiaggia di Tonnarella, del
furto di Marmo sul LungoMare San Vito, della distilleria Bertolino. Grazie a
questo blog ho incontrato altre persone importanti per la mia formazione:
Giacomo Anselmo, Giovanni D'Alfio, Gianluca Messina, Danilo Vellutato ognuno a
modo loro è parte della mia crescita. Dai 21 anni ad ora il tempo sembra
volato. Lo studio mi ha portato da Palermo a Bologna. Per esigenze personali e
logistiche Sosta Vietata è rimasto in stand by ed ho fondato un nuovo blog:
Canto Libero. Con lo stesso spirito, lo stesso amore e la stessa volontà sono
andato avanti, aggiungendo altri amici sul mio percorso, che a modo loro
arricchiscono l'esperienza del blog. Nel frattempo altre persone si sono
avvicinati a me, ed io a loro. In questo caso non faccio nomi solo per il
rischio di dimenticarne alcuni. Pezzo importante di tutto questo, che ho di
proposito tralasciato, ma solo per darvi il giusto risalto, è la mia
esperienza, continuativa e costante, con la redazione di Telejato, con il suo
direttore Pino Maniaci, e con tutti gli altri ragazzi che colorano il
territorio di Partinico e Palermo, ovvero con quella che è conosciuta come la
<<redazione di Telejunior>>. Lavorare, faticare, sgobbare per Pino
Maniaci ti dà una soddisfazione profonda, enorme, incomparabile. Conoscere
gente da tutta Italia, ed anche certe parti d'Europa, ti trasporta su una
dimensione in cui l'antimafia non è un vessillo da esporre ma un respiro
profondo, un sussulto del cuore. Fare informazione alla maniera di Telejato è
l'orgoglio di una terra che non si piega a certe logiche, anzi è proprio
speculare alle redazioni in cui si dice ciò che è in linea con l'editore. Li ho
imparato, imparo, imparerò molto, facendo molto. Questo è quello che sono,
quello che ho fatto e che faccio e che cerco di trasmettere tramite gli
articoli del Blog Canto Libero. Più nello specifico di questa iniziativa posso
darti qualche informazione, magari per capire meglio. Non siamo uno spazio
informativo, non vogliamo esserlo. Vogliamo uno luogo libero e di confronto, in
cui si spiega, si approfondisce, si prende posizione. Su Canto Libero non
troverete mai le notizie, troverete le opinioni, le idee, giuste o sbagliate
che siano. Il progetto è stato lanciato sulla rete il 3 novembre 2011. Da
allora si sono avvicinati tanti amici che sporadicamente o meno hanno scritto
di politica, sport, cucina. Attualmente il blog è condotto da me, Alberto
Tumbiolo (amico che mi porto dietro da Sosta Vietata), Davide Mauro e Mirko
Scimemi. Altri si sono interessati ed hanno già pubblicato con noi. Spero di
estendere sempre di più questa sorta di segreteria-redazione virtuale. Da quel
novembre 2011 abbiamo mandato on line più di 130 articoli, alcuni poi
pubblicati da media nazionali, altri che hanno interessato l'intera
cittadinanza provinciale. Canto Libero ha alcuni punti cardine, alcune regole
che permettono il reale esercizio della libertà di pensiero, arrivando dove i
canonici siti informativi, o informazione stampata, non può o non vuole
arrivare. Canto Libero è un luogo in cui sfogarsi, in cui leggere altro e
sempre con quello spirito che è racchiuso nel nome stesso: liberamente.
2) Il tuo percorso studi? Come credi che debba essere
l’istruzione nel tuo campo? Ti piace più l’ordine o il disordine nelle idee e
nei progetti?
Come già detto studio Giurisprudenza, e
con il tempo ho capito che non avrei potuto studiare altro. Se dovessi fare una
critica all'Alma Mater di Bologna, ovvero l'ateneo in cui studio, non riuscirei
a trovare qualcosa di sostanzioso. Piuttosto una critica va fatta
all'ordinamento universitario. Bisognerebbe rendere sempre più stringente il
percorso di tirocinio e pratica durante gli stessi anni dello studio. Il
sistema attuale dilata troppo i tempi tra inizio della carriera studentesca ed
approdo nel mondo del lavoro.
Studio legge e questo dovrebbe portarmi
ad essere ordinato. Come sa chi mi conosce, ahimè, sono un gran disordinato, le
camere in cui vivo sono sempre una Jungla di ogni sorta di cosa che mi passa
dalle mani. Fortunatamente nella gestione del blog e delle iniziative
giornalistico-politiche sono parecchio diverso, e li il mio puntiglio esce
totalmente allo scoperto. È raro il caso in cui devo affrontare un appuntamento
didattico, giornalistico, politico e non ho rivisto tutto almeno un paio di
volte, arrivando anche all'ultimo momento, ma togliendomi quasi sempre tutti
gli scrupoli.
3) Quali sono i tuoi modelli e cosa credi di avere in
comune con essi?
Ho tantissimi modelli. Ognuno di essi mi
ha dato qualcosa, anche senza averli conosciuti. Come potrei negare che mi
ispiro a Falcone e Borsellino e a Chinnici. Ancora come potrei negare di avere
grandissima passione per la vita e la figura di Federico II? Tutte esperienze
mirabili che attraverso documentari e letture ho imparato a fare diventare
stelle polari. Però ti posso dire tre persone che sono i primi che mi vengono
sempre in mente. Il primo è sicuramente mio padre. Senza di lui, e per lui
intendo anche la mia famiglia, non sarei chi sono adesso. La cultura del
lavoro, del sacrificio, della conoscenza, sono pietre miliari che mio padre mi
ha delicatamente scolpito nell'anima. Se oggi credo in quello che credo il
merito è specialmente suo. Il secondo non è proprio una persona ma un
prototipo: ovvero il partigiano. La parola partigiano è ciò che mi rappresenta
il valore civico più alto, mettendo in gioco perfino la propria vita per il
bene collettivo. Infine ti dico Pippo Fava, mirabile giornalista siciliano.
Pippo Fava è un uomo, quasi un mito, ed un metodo. Sono fiero che Telejato,
Pino Maniaci, ricalchi le parole, l'insegnamento, la voglia di Pippo Fava, e
che il direttore, almeno per la legge, di quella redazione, sia Riccardo
Orioles, un genio moderno, penna finissima, ragazzo di Pippo Fava.
4) Un uomo o una donna con cui faresti coppia?
Fortunatamente nella vita sono già in
coppia di una ragazza stupenda, Rosita, che spero un giorno di potere meritare
appieno. Nel frattempo mi impegno. Per esperienze particolari, legate al
giornalismo, alla politica, alle iniziative, ho molti amici che mi accompagnano
e mi accompagneranno. Altri potrò ancora farmene e lo spero vivamente. Il bello
di avvicinarsi a certi contesti è che trovi nuove certezze ed insicurezze
andando avanti e quindi ogni situazione merita un proprio giudizio ed impegno.
5) Ti senti più un bambino, un ribelle adolescente o
maturo?
Mi sento profondamente immaturo ancora.
L'emotività è forse il peggiore dei miei difetti. Laddove il calcolo sarebbe
più appropriato invece affronto con la cosiddetta impulsività, con le emozioni
immediate. Sono stato anche fortunato nel non bruciarmi fortemente fin qui, e
forse un giorno capiterà. Sul piano invece delle questioni legate all'ambito
politico-sociale sono molto più freddo e razionale. Quando devo affrontare
temi, che poi magari sono gli stessi che vi ritrovate sul blog, tendo ad essere
più maturo di quello che sono nella vita privata. Forse perché riesco bene ad
immedesimarmi e diventare <<professionale>>.
6) Politica. Cosa pensi debba essere? Quanto partecipi
a quella mazarese e cosa si dovrebbe fare per migliorare?
Qui
mi piacerebbe rimandarti a numerosi articoli che ho scritto negli ultimi due
anni. Occupandomene quotidianamente ho ben capito che è difficile darne
definizioni e recinti in poche parole. Mettiamola così: essendo cittadino
particolarmente interessato ritengo che la vita politica nazionale affronti un
momento di forte cambiamento, di cui Renzi ed i grillini, sono solo un effetto,
e non già la causa. Il tempo ci dirà come le cose potranno evolvere. Certo non
dobbiamo mai scordarci di come la politica romana sia influenzata da poteri più
o meno democratici che rispondono a logiche europee ed internazionali. Dobbiamo
cominciare a guardare al mondo per capire come risolvere le cose nel nostro
orticello domestico.
A Mazara la situazione ovviamente
risente dei sussulti nazionali, ma poi i giochi di potere come al solito si
fanno sul territorio, al massimo a Trapani. Nella politica locale auspicherei
soltanto due cose: maggiore buona fede, e di mala fede ce n'è troppa in giro,
anche tra i neofiti; maggiore preparazione culturale: è impossibile sentire
ancora gente che si inerpica su costrutti linguistici malamente tradotti dal
dialetto e poi avere l'ardire di risolvere i problemi di comunità complesse
come quella Mazarese. È impossibile sentire ancora di gente che gira con
santini elettorali in una mano e nell'altra souvenir sacri. La cultura non è
solo una questione formale, ed è per questo che sono lieto di scorgere
esperienze come quelle del blog del professore Luigi Tumbarello. Come ho capito
da piccolino una maggiore cultura personale impedisce di fare scelte stupide,
anche se magari ugualmente sbagliate. C'è bisogno di più cultura che però è
tema diverso dalle competenze. Servono le competenze, è cosa indubbia, ma la
cultura a cui faccio riferimento io è un abito mentale che manca nella nostra
città, troppo spesso all'ingegnere come al muratore, all'armatore come al
pescatore. La cultura che auspico per Mazara non è questione di stretta
preparazione didattica ma di forma mentis.
7) Una descrizione, una peculiarità, della tua carriera
e della tua persona.
Mi faccio prendere molto dalle passioni,
dalle battaglie, dalle cose in cui credo. Sono molto puntiglioso in talune
circostanze, al limite della paranoia. Apprezzo molto l'amicizia delle persone
che incontro lungo il mio cammino e la possibilità di incontrarle in un ambito
specifico ed avere a distanza di mesi la possibilità di condividere un caffè,
una passeggiata, un dialogo. Non sopporto, e sono contro gli arrivisti, peggio
di chi si fregia di innocenze logiche, biografiche, metodologiche che non ha.
Se mescolate tutti questi elementi capite bene perché ho grandi amicizie e
tantissime liti politiche-ideologiche.
8) Fino a dove si spinge la tua ambizione? Puoi dirci
il tuo prossimo progetto?
Non ho un prossimo progetto. Certo
voglio laurearmi e quindi conseguire quest'obbiettivo, ma allo stato non mi
pongo ne limiti ne ambizioni. Voglio capire chi sono, voglio capire fin dove i
miei sogni potranno portarmi e poi forse tra dieci anni l'avrò capito e sarò
qui a dirtelo.
9) Rinunceresti a fare ciò che fai per qualcuno? Se sì,
per chi o per cosa?
Ho l'immensa fortuna di essere
contornato da gente che non mi ha mai chiesto di scegliere tra le mie passioni,
i miei impegni e la loro vicinanza. Ho una fortuna di cui sono cosciente, e di
cui a volte mi scordo, per questo penso che se una persona mi dicesse di
rinunciare a tempo indeterminato a fare ciò che faccio, implicitamente mi
direbbe di rinunciare a ciò che sono e quindi non sarebbe più una questione di
rinunce ma di scelte.
10) Porgi ai lettori un saluto che ti caratterizza e
invita il pubblico a conoscerti, motivali qualora ce ne fosse bisogno.
Nel salutare i tuoi lettori e te,
Giuseppina, voglio ringraziarti per quest'intervista. Saluto non chiedendogli
di seguire me, il mio blog o cose che comunque mi appartengono
intellettualmente. Vorrei dai tuoi lettori solo una cosa: non siate mai, almeno
nei limiti delle vostre possibilità, superficiali. Non siate mai sazi di capire
come funziona una cosa. Vogliate capire cosa si cela dietro un fatto, un urlo,
un post su un social network. Se lo farete, starete facendo il vostro Canto
Libero.
11) Caro Ivano, avrei voluto iniziare l’intervista con
questa domanda, ma ho preferito preservare l’ordine classico delle “10 domande
+1”. In compenso ti lascio carta bianca. Spiegaci tutto su
#Iostoconrinogiacalone. Chi è Rino Giacalone? Cos’è successo? E cosa dovremmo
fare per eventualmente sostenere l’iniziativa?
Sarò molto breve perché la vicenda quasi
si spiega da sé. Un bravo giornalista della nostra provincia, Rino Giacalone, è
stato querelato dalla vedova dell'ex boss Mariano Agate, dopo un articolo in
cui si parlava della dipartita dello stesso mafioso. Siccome il contenuto di
quell'articolo non può che essere condiviso da tutta la gente per bene della
nostra città e poiché nella nostra città non c'è solo gente per bene: chiediamo
a tutti i Candidati alla prossima tornata elettorale Mazarese di prendere
posizione sul caso, in particolar modo ad i candidati sindaco. Vogliamo in
particolar modo che i candidati sindaco, qualora lo ritengano opportuno, diano
prova della loro voglia di legalità facendo pubbliche dichiarazioni di sostegno
all'operato di Rino Giacalone, di condivisione dei temi dell'Antimafia e di
sostegno concreto al giornalista. Chiunque può sollecitare i candidati a prendere
posizione condividendo l'immagine, l'hashtag #iostoconRinoGiacalone, oppure
proprio dicendo la propria (il blog è a disposizione).
(Fonte: Primapagina Mazara)